Stati Generali Prevenzione: Federsanità (Sosto), dalla valorizzazione delle professioni sanitarie alla coesione sociale nelle aree interne si gioca la vera sfida

Federsanità

Oggi ci ritroviamo a celebrare un settore che coinvolge quasi interamente la sanità pubblica. C’è sicuramente un gap geografico, almeno quello testimoniato dai dati ministeriali, sull’approccio strategico che le Regioni e le Aziende Sanitarie hanno verso la prevenzione della salute e lo sviluppo di azioni e politiche in tal senso. Federsanità è impegnata su questo fronte per diffondere le migliori esperienze e passare, finalmente, dalle buone pratiche ai modelli diffusi, sensibilizzando tutti a riflessioni che supportino le Istituzioni, ad ogni livello, a mettere in pratica azioni di prevenzione“.

Così Gennaro Sosto, Vicario Nazionale di Federsanità, Presidente di Federsanità ANCI Campania e Dg ASL Salerno, nel corso degli Stati Generali della Prevenzione in corso a Napoli su iniziativa del Ministero della Salute. “Tra le frecce nell’arco delle organizzazioni sanitarie per la promozione e la prevenzione della salute ci sono sicuramente le professioni sanitarie specifiche. Oggi più che mai dei veri professionisti, formati con corsi universitari anche magistrali e con particolare attenzione alla comprensione dei processi patologici e delle malattie infettive, che consentono alla ASL di poter disporre di grandi conoscenze per strutturare i percorsi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria. E che alimentano i Dipartimenti di Prevenzione e le Direzioni Strategiche per consolidare e migliorare settori come gli screening, la prevenzione nei luoghi di lavoro, nella medicina del lavoro, nell’igiene degli alimenti, nella nutrizione, nella medicina sportiva e nella prevenzione delle infezioni ospedaliere“.

E poi c’è la grande sfida dei territori con “marcate difficoltà demografiche, orografiche e di accesso ai servizi dove LEA e LEP faticano ad essere garantiti per ragioni storiche e di volumi prestazionali, che però resistono stoicamente nella loro funzione policentrica e con un diffuso patrimonio storico-territoriale. Paesi – ha detto Sosto – dove le relazioni sociali, i valori condivisi, oltre che le norme di cooperazione tra i cittadini spesso over 65 rafforzano la definizione di obiettivi di sviluppo locale e comune. Partendo quindi dalle loro specificità, da considerarsi come risorsa e non come svantaggio, si dovrà valorizzare il ruolo delle aree più interne e fragili del paese come luoghi con uno specifico grado di potenzialità rispetto alle politiche di prevenzione, perchè solo dalla coesione sociale passa il benessere delle Comunità e si realizza un buono stato di salute“.